Eutropius

Della vita di Eutropio è breve il discorso. Fu segretario dell’Imperatore Costantino Magno (seconda metà del secolo 4° dell’era volgare) e accompagnò poi l’imperatore Giuliano l’Apostata nella sua spedizione in Oriente, com’egli stesso ci dice nel libro decimo del suo ‘Breviarium’.

Quest’operetta, che l’Autore scrisse sotto Valente, è di 10 libri e abbraccia quel periodo storico che va dalle origini di Roma a Gioviano (364 d.C.). Lo stile è in generale semplice, la forma quasi sempre corretta, la narrazione veritiera: e, benché ne’ primi libri un po’ arida, non discorrendo Eutropio delle condizioni interne di Roma, diviene a mano a mano più piena e viva nell’età imperiale, con qualche buona pittura di carattere, p. e. di Traiano (VIII, 4), di Costantino il Grande (X, 7), di Giuliano (X, 16).

Pel ‘Breviarium’, dedicato all’imperatore Valente, Eutropio attinge a buone fonti, principalmente a Livio e a Svetonio; ma non sempre segue l’ordine cronologico. Fu spesso adoperato con profitto nelle scuole e lodato dagli scrittori dell’epoca posteriore: ebbe anche l’onore di due traduzioni in lingua greca.

(Tratto da ‘Eutropio – Compendio di storia romana con note del Dott. Pietro Narducci’ – Città di Castello, Casa tipografico-editrice S. Lapi, 1913)

Del retore e filosofo Eutropio abbiamo pochissime notizie: di origine orientale, si ignorano le date di nascita e di morte. Fu collaboratore dell’imperatore Giuliano; divenuto, sotto Valente, funzionario della cancelleria con il titolo di magister memoriae, fu incaricato dall’imperatore di redigere un estremo sunto della storia di Roma, probabilmente un ‘bignami’ per sollevare l’estrema ignoranza dei funzionari imperiali e suscitare maggiore senso dello stato. L’opera fu compiuta nel periodo tra il 364, data della morte di Gioviano, punto terminale della narrazione, ed il 370. Dopo questa data si perdono le tracce di Eutropio.

Il Breviarium ab Urbe condita è un compendio storico in dieci brevi libri. In uno stile rapido, secco e cronachistico, Eutropio espone in ordine cronologico, non sempre esatto, i fatti principali, nudi e crudi della storia di Roma dalla sua fondazione alla morte dell’imperatore Gioviano.

L’origine e le finalità dell’opera sono esposte nella prefazione dopo la dedica a Valente. La dedica, chiaramente ossequiosa, mostra, tra le righe, il complesso cerimoniale e le ritualità in cui Eutropio, come segretario, dovette essere ben inserito e le finalità dalle quali l’autore fu spinto per commissione imperiale. L’asserzione dell’autore di unire diletto ed utilità didattica ci mostra come in quest’epoca gli imperatori stessi fossero praticamente incolti; Valente ci è mostrato da Ammiano Marcellino (Res gestae 31,41), come uomo di subagrestis ingenio, nec liberalibus studiis eruditus.

Data la sua concezione, il Breviarium non possiede slanci narrativi né un nucleo principale; segno evidente della committenza imperiale, Eutropio ferma quasi sempre la sua attenzione solo su fatti militari. Segno della formazione retorica di Eutropio è l’intento moralistico, evidente soprattutto nel trapasso dalla repubblica all’impero e nell’enfasi posta sugli episodi edificanti.

Dal punto di vista stilistico, nel solco delle tendenze del tempo, è evidente la tendenza all’imitazione della prosa arida di Suetonio e delle Periochae di Livio, con rarissime concessioni alla ricerca stilistica, specie nei ritratti degli imperatori.

Il Breviarium ebbe una grandissima fortuna: tradotta in greco da Peanio già nel 380, servì tra l’altro da modello espositivo ad Orosio e fu una delle fonti più sfruttate di storia romana nel Medioevo, in cui servì da manuale storico e da testo per l’apprendimento del latino.