Cornelius Nepos

Dell’ultimo biografo della repubblica, Cornelio Nepote, altro non sappiamo se non che sia stato, secondo la dizione di Plinio il vecchio (Naturalis historia III, 127), Padi accola, originario della pianura padana. Non conosciamo con esattezza dove e quando sia nato, non abbiamo il prenome, non sappiamo quando e dove sia morto. Fu amico intimo di Tito Pomponio Attico (nato nel 109 a.C.) – il confidente di Cicerone e protagonista del suo espistolario -, dello stesso Arpinate (nato nel 106 a.C.) e di Catullo (nato probabilmente nell’84 a.C.), il quale, anzi, dedicò il suo libro di carmina proprio a lui, il Cornelio che soleva incoraggiarlo e che per primo tra gli Italici aveva osato omne aevum tribus explicare cartis doctis, Iuppiter, et laboriosis. Se ne può dedurre che Nepote sia nato in prossimità dell’inizio del I secolo a.C. La sua morte avvenne certamente dopo la morte di Attico (verificatasi nel 32 a.C.), poichè alla biografia dell’amico, che ci è rimasta, Nepote aggiunse gli ultimi quattro paragrafi in una seconda redazione appunto dopo la sua morte (Vita Attici 19). Questa datazione è conforme alla notizia di san Girolamo che pone l’acme dello storico attorno al 40 a.C. (Chronicon ad annum 40 a.Chr.n.: Cornelius Nepos scriptor historicus clarus habetur).

L’amicizia con Catullo è forse rivelatrice dei contatti che Nepote probabilmente ebbe con i poetae novi: sappiamo, infatti, da Plinio il giovane (Epistulae V, 3) che in gioventù Nepote scrisse versi lievi, severi parum, forse poesie d’amore non giunte fino a noi. I tre libri dedicati alla storia universale citati da Catullo nel carme I alludevano invece ai Chronica, opera anche questa perduta, come pure una raccolta di aneddoti intitolata Exempla. Qualcosa possediamo invece della maggiore opera di Cornelio Nepote, il De viris illustribus, una raccolta di biografie di personaggi illustri in almeno sedici libri. I personaggi erano divisi in categorie: re, generali, storici, poeti, grammatici, politici, giuristi, oratori, filosofi. Probabilmente per ogni categoria esisteva un libro dedicato ai personaggi latini e uno ai personaggi stranieri; oppure, forse, le biografie erano in coppie e mettevano a confronto un personaggio latino e uno greco o di altra nazionalità, secondo lo schema che sarà poi fatto proprio da Plutarco. A noi è rimasto il libro intitolato De excellentibus ducibus exterarum gentium, che contiene una prefazione indirizzata ad Attico e venti biografie, ed è seguito da notizie su re guerrieri di varia nazionalità e dalle vite di Amilcare e di Annibale. Possediamo ancora le biografie di Catone e di Attico dal libro De latinis historicis. Ma Nepote stesso ci dice che aveva già scritto nel genere biografico: la breve Vita Catonis che possediamo, nelle ultime righe, fa esplicito richiamo, per i lettori desiderosi di maggiori dettagli, a un altro libro più ampio sullo stesso argomento elaborato su richiesta di Attico; sappiamo anche di una vita di Cicerone.