Sulla data della morte di Gesù Cristo

L’istituzione della Pesach

Esodo 12,1-20: [1] Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d’Egitto: [2] “Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. [3] Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. [4] Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello, secondo quanto ciascuno può mangiarne. [5] Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre [6] e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. [7] Preso un pò del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare. [8] In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. [9] Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. [10] Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco. [11] Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la pasqua del Signore! [12] In quella notte io passerò per il paese d’Egitto e colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di tutti gli dei dell’Egitto. Io sono il Signore! [13] Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d’Egitto. [14] Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne. [15] Per sette giorni voi mangerete azzimi. Gia dal primo giorno farete sparire il lievito dalle vostre case, perché chiunque mangerà del lievitato dal giorno primo al giorno settimo, quella persona sarà eliminata da Israele. [16] Nel primo giorno avrete una convocazione sacra; nel settimo giorno una convocazione sacra: durante questi giorni non si farà alcun lavoro; potrà esser preparato solo ciò che deve essere mangiato da ogni persona. [17] Osservate gli azzimi, perché in questo stesso giorno io ho fatto uscire le vostre schiere dal paese d’Egitto; osserverete questo giorno di generazione in generazione come rito perenne. [18] Nel primo mese, il giorno quattordici del mese, alla sera, voi mangerete azzimi fino al ventuno del mese, alla sera. [19] Per sette giorni non si troverà lievito nelle vostre case, perché chiunque mangerà del lievito, sarà eliminato dalla comunità di Israele, forestiero o nativo del paese. [20] Non mangerete nulla di lievitato; in tutte le vostre dimore mangerete azzimi”.

Esodo 13,1-10: [1] Il Signore disse a Mosè: [2] “Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti – di uomini o di animali -: esso appartiene a me”. [3] Mosè disse al popolo: “Ricordati di questo giorno, nel quale siete usciti dall’Egitto, dalla condizione servile, perché con mano potente il Signore vi ha fatti uscire di là: non si mangi ciò che è lievitato. [4] Oggi voi uscite nel mese di Abib. [5] Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese del Cananeo, dell’Hittita, dell’Amorreo, dell’Eveo e del Gebuseo, che ha giurato ai tuoi padri di dare a te, terra dove scorre latte e miele, allora tu compirai questo rito in questo mese. [6] Per sette giorni mangerai azzimi. Nel settimo vi sarà una festa in onore del Signore. [7] Nei sette giorni si mangeranno azzimi e non ci sarà presso di te ciò che è lievitato; non ci sarà presso di te il lievito, entro tutti i tuoi confini. [8] In quel giorno tu istruirai tuo figlio: È a causa di quanto ha fatto il Signore per me, quando sono uscito dall’Egitto. [9] Sarà per te segno sulla tua mano e ricordo fra i tuoi occhi, perché la legge del Signore sia sulla tua bocca. Con mano potente infatti il Signore ti ha fatto uscire dall’Egitto. [10] Osserverai questo rito alla sua ricorrenza ogni anno.

La testimonianza dei Vangeli

Matteo: [26,1] Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: [26,2] “Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso”. … [26,17] Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?”. … [26,19] I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. [26,20] Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. … [27,1] Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. [27,2] Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato. … [27,45] Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. … [27,57] Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe … [27,62] Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei … [28,1] Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro.

Marco: [14,1] Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi … [14,12] Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?”. … [14,17] Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. ,,, [15,1] Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. … [15,25] Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. … [15,33] Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. … [15,37] Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. … [15,42] Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato … [16,1] Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. [16,2] Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. … [16.9] Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve …

Luca.: [22,7] Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. Gesù mando Pietro e Giovanni … [22,13] Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. [22,14] Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui … [23,44] Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio … [23,54] Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. … [23,56] … Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Giovanni: [15,1] Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. [2] Mentre cenavano … [18,28] Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. … [19,14] Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. … [19,31] Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. … [19,41] Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. [19,42] Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. [20,1] Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino … [20,19] La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.

Gli Evangelisti sono concordi nell’affermare che Gesù morì il giorno della Parasceve, o preparazione, della Pesach, cioè il giorno nel quale ci si preparava alla celebrazione della festa che doveva avere luogo quella sera stessa. Poichè i Sinottici affermano contraddittoriamente che era anche il primo giorno degli Azzimi, il quale doveva tecnicamente iniziare solo con la festa di quella sera, l’Autore del quarto Vangelo sente il bisogno di chiarire che capi e popolo ebraico avrebbero mangiato la Pasqua la sera di quel giorno, sottolineandone il valore di giorno preparatorio nella richiesta di rimuovere i patiboli entro la sera, poiché vi iniziava un sabato solenne (cioè coincidente con la Pesach, fatto che accresceva il valore religioso di entrambe le feste), e nella scelta di deporre il corpo di Gesà in un sepolcro vicino e senza provvedere immediatamente al trattamento della salma con oli e aromi secondo l’uso giudaico, al fine di non incidere sui preparativi della festa e forse non ricadere nei limiti imposti dal sabato incipiente.

Ne consegue che Gesù celebrò con i discepoli la Pesach, con lavanda dei piedi, ultima cena ed istituzione dell’Eucaristia, la sera antecedente quella nella quale tutti gli altri Ebrei l’avrebbero fatto e che la morte e la resurrezione di Gesù avvennero rispettivamente il giorno prime e il giorno dopo la celebrazione ufficiale della Pesach. Questa festa ebraica cadeva la sera del 14 Nisan, che ora come allora è il primo mese del calendario religioso ebraico, cioà al principio del 15 Nisan, poiché il giorno ebraico inizia la sera (attorno al tramonto, anche se non era stabilita un’ora precisa). Pertanto, la sequenza della morte e resurrezione di Gesù è schematizzabile come segue:

12 Nisan 13 Nisan 14 Nisan 15 Nisan 16 Nisan 17 Nisan
13 Nisan 14 Nisan 15 Nisan 16 Nisan 17 Nisan 18 Nisan
mercoledì giovedì venerdì sabato domenica lunedì
  Ultima Cena Morte   Resurrezione  

La scelta del mese e della stagione presenta alcuni elementi utili all’indagine cronologica, come emerge approfondendo alcuni aspetti del calendario ebraico.

Il calendario ebraico

Gli Ebrei seguono un calendario religioso lunisolare di dodici mesi lunari più un tredicesimo mese intercalare, onde rimediare allo sfasamento con il ciclo solare. Si tratta di una variante del calendario babilonese (anche i nomi dei mesi ebraici sono derivati da quelli babilonesi, come del resto si rileva nella maggioranza dei calendari mediorientali), popolo con il quale gli Ebrei entrarono in contatto nel VI secolo a.C.

Probabilmente sin dal IV secolo d.C. il calendario ebraico è predittivo e basato sul ciclo metonico, tuttavia le sue regole definitive sono state codificate soltanto nel XII secolo dal celebre riformatore ebraico Mosè Maimonide: i mesi ordinari hanno durata fissata di 29 o 30 giorni, per un totale di 354 giorni, e l’intercalazione di 29 giorni avviene in anni predeterminati del ciclo diciannovennale. Questo calendario è ancora in uso ed è adottato ufficialmente dallo stato di Israele, ove le date possono essere validamente espresse in esso oltre che nel calendario gregoriano.

In precedenza, invece, l’inizio del nuovo mese era delegato all’osservazione diretta della luna nuova (intesa come apparizione della prima falce, coerentemente con il fatto che il giorno inizia al tramonto) e l’intercalazione era decisa secondo criteri purtroppo poco noti, cosicché non è possibile oggi ricostruire la durata variabile dei mesi e degli anni nel tempo, in particolare attorno all’inizio dell’era volgare. Tuttavia, è stato osservato che in Esodo 13,4 il mese dell’uscita dall’Egitto, ricorrenza della Pesach, è chiamato Abib, vocabolo che letteralmente significa ‘primizie delle spighe d’orzo’ o ‘primavera’, poiché in quelle regioni l’orzo si raccoglie a partire dal mese di marzo. Il mese di Abib indica perciò l’inizio della primavera ed è etimologicamente il mese della mietitura dell’orzo, pertanto si ritiene che l’intercalazione fosse regolata in base al grado di maturazione dell’orzo: l’orzo non sufficientemente maturo indicava che la stagione era incompleta e che pertanto si dovesse aggiungere il mese embolismico. All’antica festa del raccolto delle primizie dell’orzo, usate per preparare focacce prima che il lievito fosse pronto, è collegato il segno del pane non lievitato, riferito anche alla fuga dall’Egitto durante la quale non ebbero il tempo di far lievitare il pane. Durante l’esilio babilonese, il mese di Abib prese il nome di Nisan con il quale da allora si indica il primo mese dell’anno religioso ebraico.

Secondo le regole moderne, in questo secolo il giorno 1 Nisan corrisponde a una data gregoriana compresa tra il 12 marzo e l’11 aprile: più precisamente il suo inizio può variare dal tramonto dell’11 marzo al tramonto del 10 aprile, perciò l’inizio del 15 Nisan può variare dal tramonto del 25 marzo al tramonto del 24 aprile. Ne consegue che solitamente la Pesach cade nella prima luna piena successiva all’equinozio di primavera, anche se, in dipendenza dall’applicazione del mese intercalare, occasionalmente può cadere nella seconda luna piena dopo l’equinozio. Data la stabilità delle tradizioni ebraiche e posto che l’orzo è sempre stato raccolto nella medesima stagione, si può ritenere che questa conclusione sia orientativamente valida anche in riferimento al tempo di Gesù.

Va infine osservato che, data l’importanza rituale della settimana ebraica, essa si è certamente perpetuata con regolarità e senza interruzione alcuna da allora fino ad oggi.

Una analisi delle possibili date della morte di Gesù

In definitiva, non potendo ricostruire il calendario ebraico del tempo di Gesù, quel 14 Nisan può essere determinato soltanto come un venerdì coincidente con un plenilunio di marzo o di aprile, preferibilmente il primo o il secondo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Tuttavia, il 14 Nisan era predeterminato e fisso al tredicesimo giorno successivo al primo del mese, che iniziava con la prima falce di luna. Poiché la prima falce appare di solito il giorno dopo la congiunzione, ma talvolta due giorni dopo e raramente anche tre giorni dopo, e poiché inoltre il plenilunio astronomico è a sua volta irregolare, occorrendo da 14 a 15 giorni e mezzo dopo la congiunzione, la quale peraltro può verificarsi a qualunque ora del giorno mentre la prima falce può essere rilevata dopo il tramonto, il 14 Nisan poteva cadere nel giorno del plenilunio astronomico ma anche il giorno seguente o persino il secondo giorno successivo. Accettando un parallelo illustrativo con il calcolo della Pasqua gregoriana, pur nella consapevolezza della diversità dei calcoli matematici per la sua determinazione, facciamo osservare che nel 2023 il Venerdì Santo è stato il 7 aprile laddove il plenilunio astronomico si è verificato giovedì 6 aprile nella prima mattinata.

Ne consegue che ai nostri fini sono interessanti i pleniluni astronomici che cadono di venerdì, giovedì o finanche mercoledì. Pertanto nella tabella che segue (tratta da astropixels.com, analoghe informazioni presenti in marcomenichelli.it) si riportano data (giuliana) e ora (UTC) dei pleniluni, e relative congiunzioni astronomiche, che cadono nei mesi di marzo e aprile nell’intervallo di anni dal 26 al 35 d.C. L’intervallo di osservazione è stato scelto in base alle più consolidate opinioni cronologiche sull’errore di Dionigi il Piccolo e sull’inizio e la durata del ministero terreno di Gesù. Inoltre, sfruttando le effemeridi lunari per la località di Gerusalemme (tratte da marcomenichelli.it), si è tentato di inferire la data di avvistamento della prima falce di luna e di conseguenza l’occorrenza del 14 Nisan, cioè la data giuliana alla sera della quale si sarebbe celebrata la Pesach al verificarsi di tutte le ipotesi accettate nel calcolo. Precisiamo che come data di probabile apparizione della prima falce è stato assunto il giorno nel quale, dopo la completa invisibilità, appare la prima luce lunare, anche minima (0,01), secondo l’algoritmo impiegato. In tale data, alla sera, si assume iniziato 1 Nisan, il quale pertanto corrisponde al giorno successivo.

Esempio. Per la congiunzione del 7 marzo 26 l’algoritmo riporta la completa invisibilità a Gerusalemme alle ore 0:00 dell’8 marzo e la prima frazione di illuminazione lunare nel 9 marzo: alla sera del 9 marzo 26 si assume iniziato 1 Nisan, corrispondente al 10 marzo; il completamento del 14 Nisan e l’inizio del 15 Nisan cadono perciò il 23 marzo.

Anno (d.C.) Luna nuova = congiunzione (giuliana, UTC) Plenilunio (giuliano, UTC) Intervallo tra novilunio e plenilunio astronomici Probabile data di apparizione della prima falce Possibile data del 14 Nisan
26 Mar 7 19:19 Mar 21 21:31 (giovedì) ∼ 14g 2h 9 marzo 23 marzo (sabato)
Apr 6 04:29 Apr 20 12:33 (sabato) ∼ 14g 8h 7 aprile 21 aprile (domenica)
27 Feb 25 05:14 Mar 11 04:45 (martedì) ∼ 14g 26 febbraio 12 marzo (mercoledì)
Mar 26 17:57 Apr 9 16:28 (mercoledì) ∼ 13g 23h 28 marzo 11 aprile (venerdì)
28 Mar 15 00:27 Mar 29 03:23 (lunedì) ∼ 14g 3h 16 marzo 30 marzo (martedì)
Apr 13 14:11 Apr 27 12:42 (martedì) ∼ 13g 23h 15 aprile 29 aprile (giovedì)
29 Mar 4 00:59 Mar 18 19:09 (venerdì) ∼ 14g 18h 5 marzo 19 marzo (sabato)
Apr 2 17:30 Apr 17 02:46 (domenica) ∼ 14g 9h 4 aprile 18 aprile (lunedì)
30 Feb 21 02:21 Mar 8 11:24 (mercoledì) ∼ 15g 9h 22 febbraio 8 marzo (mercoledì)
Mar 22 17:47 Apr 6 19:43 (giovedì) ∼ 15g 2h 24 marzo 7 aprile (venerdì)
31 Mar 11 22:20 Mar 27 10:56 (martedì) ∼ 15g 13h 13 marzo 27 marzo (martedì)
Apr 10 11:33 Apr 25 20:00 (mercoledì)p ∼ 15g 8h 12 aprile 26 aprile (giovedì)
32 Feb 29 09:56 Mar 15 20:12 (sabato) ∼ 15g 10h 2 marzo 16 marzo (domenica)
Mar 29 20:01 Apr 14 09:01 (lunedì)t ∼ 15g 13h 31 marzo 14 aprile (lunedì)
33 Feb 18 01:49 Mar 4 22:21 (mercoledì) ∼ 14g 20h 19 febbraio 5 marzo (giovedì)
Mar 19 10:39 Apr 3 14:52 (venerdì)p ∼ 15g 4h 21 marzo 4 aprile (sabato)
34 Mar 9 03:27 Mar 23 15:25 (martedì)n ∼ 14g 12h 10 marzo 24 marzo (mercoledì)
Apr 7 11:43 Apr 22 07:40 (giovedì) ∼ 14g 20h 9 aprile 23 aprile (venerdì)
35 Feb 26 17:44 Mar 12 17:50 (sabato) ∼ 14g 28 febbraio 14 marzo (lunedì)
Mar 28 04:06 Apr 11 08:26 (lunedì) ∼ 14g 4h 29 marzo 12 aprile (martedì)

Da questa analisi emergono tre venerdì: 11 aprile 27, 7 aprile 30 e 23 aprile 34 d.C. Accanto ad essi, in omaggio alla tradizione che ha tramandato come anno di crocefissione, morte e resurrezione di Gesù il 33 d.C. (adottata dalla Chiesa di Roma ad esempio nell’indizione dei Giubilei straordinari celebrati ogni 50 anni nell’anniversario della morte di Gesù, di cui l’ultimo è stato nel 1983), va ricordato il 3 aprile 33 d.C. come possibile nell’ipotesi in cui il novilunio sia stato visto il 20 marzo (nonostante l’algoritmo calcoli l’invisibilità).

Tertulliano e Lattanzio riportano che Gesù morì nel 29 d.C.

Sia Tertulliano nel II secolo che circa un secolo più tardi Lattanzio affermano che la passione e la morte di Gesù ebbero luogo nel consolato di Rubellio Gemino e Rufio Gemino (29 d.C.).

In Adversus Iudaeos 8,10-18 passim Tertulliano afferma:

[10] […] nam omnes anni imperii Augusti fuerunt L et VI – [11] videmus autem, quoniam in quadragesimo et primo anno imperii Augusti, quo post mortem Cleopatrae vicesimo et octavo anno imperavit, nascitur Christus. Et supervixit idem Augustus ex quo natus est Christus annis XV […]

[16] Post enim Augustum, qui supervixit post nativitatem Christi annis XV, efficiuntur: cui succedit Tiberius Caesar et imperium habuit annis XX et II mensibus VII diebus XX et VIII – huius quintodecimo anno imperii patitur Christus annos habens quasi XXX cum pateretur -; […]

[18] Quae passio Christi [huius exterminium] intra tempora LXX ebdomadarum perfecta est sub Tiberio Caesare, consulibus Rubellio Gemino et Rufio Gemino mense Martio temporibus paschae, die octavo Kalendarum Aprilium, die primo azymorum quo agnum occiderunt ad vesperam, sicut a Moyse fuerat praeceptum. […]

Tertulliano quindi dà le seguenti informazioni:

  1. la nascita di Gesù sarebbe avvenuta nel quarantunesimo anno di regno di Augusto a quindici anni dalla sua morte, dove il regno di Augusto è calcolato dall’inizio del triumvirato (27 novembre 43 a.C.: infatti fino alla morte il 19 agosto 14 d.C. sono quasi 56 anni): il che significa il 2 a.C.
  2. la passione e la morte di Gesù sarebbero avvenute nel quindicesimo anno del regno di Tiberio, quando Gesù aveva quasi trent’anni: cioè nel 29 d.C. consoli i due Gemini, Rubellio e Rufio.
  3. il giorno della passione sarebbe stato il 25 marzo, che fu effettivamente un venerdì; tuttavia non poté essere il venerdì della passione, perché il plenilunio cadde sette giorni prima, il 18 marzo (e il 14 Nisan cadde sabato 19 marzo, secondo l’analisi condotta supra).

In De mortibus persecutorum 2 Lattanzio riporta che:

[2] Extremis temporibus Tiberii Caesaris, ut scriptum legimus, dominus noster Iesus Christus a Iudaeis cruciatus est post diem decimum Kalendas Apriles duobus Geminis consulibus. Et inde discipuli […] per annos XXV usque ad principium Neroniani imperii per omnes provincias et civitates ecclesiae fundamenta miserunt.

Quindi anche Lattanzio, come Tertulliano, afferma che Gesù fu crocifisso nel consolato dei due Gemini, ma il giorno 10 aprile e non il 25 marzo. Lattanzio aggiunge che la chiesa poté crescere per 25 anni fino al principio dell’impero di Nerone, che iniziò effettivamente 25 anni dopo, il 13 ottobre 54 per finire l’11 giugno 68. Tuttavia, il 10 aprile del 29 fu una domenica, quindi potrebbe essere solo il giorno della resurrezione di Cristo, non della passione. Del resto il plenilunio più vicino a venerdì 8 aprile cadde parecchi giorni dopo, il 17 aprile.