Aulus Gellius

Ben poco sappiamo della vita di Aulo Gellio. Non abbiamo date, anche se generalmente si assume che sia fiorito nella seconda metà del II secolo d.C. Sappiamo che era un erudito che faceva parte della cerchia di amici di Frontone, del quale condivide l’antipatia per Seneca e la passione per gli autori arcaici, come Plauto e Ennio, o arcaizzanti, come Lucrezio e Sallustio, anche se non ne approva la passione per certi verba […] nimis obsoleta.

Avido di sapere, percorse la Grecia in lungo e in largo nel desiderio di imparare nuove cose e arricchire la sua erudizione. Non aveva una specialità nè si poneva limiti: tutto ciò che c’era da sapere era indiscriminatamente suo terreno di conquista. Egli dice di sè di aver appuntato quae libitum erat, cuius generis cumque erant, indistincte atque promisce.

Fu più volte ad Atene, dove forse aveva una proprietà, e da questo luogo prende il nome l’opera enciclopedica che ci lasciò, Noctes atticae. L’opera, in venti libri tutti giunti sino a noi tranne l’ottavo, di cui abbiamo solo i titoli dei capitoli, è stata quasi casualmente chiamata così, spiega Gellio, per alludere al luogo e ai momenti in cui fu composta. Un titolo scelto, aggiunge facendo evidenti allusioni ad altri autori di opere enciclopediche quali Cicerone, Suetonio, Plinio il vecchio, con l’intento esplicito di non richiamare opere analoghe che hanno titoli come Prata, Silvae, Naturalis Historia.

Le Noctes atticaememoriarum delectatiunculae la definisce Gellio – sono opera estremamente caotica: nei capitoli e nei libri gli argomenti si susseguono quanto mai vari senza tra loro alcuna attinenza o ordine di sorta, senza riguardo all’importanza relativa nè a quella assoluta. Nello scriverla Gellio vi applicò lo stesso metodo adottato nel reperire il materiale, cioè l’assoluta mancanza di metodo. Egli stesso afferma: usi sumus ordine rerum fortuito, quem antea in excerpendo feceramus. Egli è uno studioso entusiasta dello studio, non ha motivi ispiratori se non quello di mettere per iscritto gli appunti che ha raccolto. Allo stesso modo è ineguale nel citare le fonti delle sue notizie: segue più l’emozione del momento e la chiarezza del ricordo che non l’esigenza di critica.

Tuttavia, ha il grande pregio di averci conservato una larga messe di notizie su vari argomenti e numerose citazioni di autori per il resto perduti o quasi. Gellio è autore formato, ha letto in greco e in latino, e informato, ha letto in ogni ramo dello scibile, grammatica, storia filosofia, scienze naturali. E uno dopo l’altro sciorina aneddoti, giudizi critici, suoi e altrui, citazioni, letture, racconti, dialoghi.

Ammiratore di Gellio fu sant’Agostino che lo chiama vir elegnatissimi eloquii et multae undecumque scientiae; fu citato anche da Prisciano. La sua erudizione era fatta per essere utilizzata da molti, anche di interessi molto diversi, tra i quali Nonio, Apuleio, Ammiano Marcellino e soprattutto Macrobio.