Il Lucio Anneo Floro autore dell’opera storica Bellorum Romanorum libri II sarebbe da identificarsi con il poeta Annio Floro del quale conosciamo i due componimenti De qualitate vitae e De rosis.
Annio Floro fu forse il maggior rappresentante dei poetae novelli, la corrente poetica che, parallelamente a quanto avveniva nella prosa con Frontone e il suo circolo, si rifaceva ai modelli arcaici e in particolare ai poetae novi, donde il nome di poetae novelli attribuito agli appartenenti a questa corrente. Se i prosatori arcaizzanti ambivano al virtuosismo della parola, nei poetae novelli si riscontra un accentuato virtuosismo metrico.
Annio Floro è citato anche nella biografia dell’imperatore Adriano, un altro esponente della corrente dei novelli, per aver scambiato versi leggeri e scherzosi con l’imperatore poeta. Floro inviò questi dimetri anacreontei ad Adriano:
ego nolo Caesar esse
ambulare per Britannos
latitare per …
Scythicas pati pruinas
e Adriano gli rispose per le rime (è il caso di dirlo!) attribuendogli le abitudini un poco disordinate che sono l’unico tratto della vita di Floro che conosciamo:
ego nolo Florus esse
ambulare per tabernas
latitare per popinas
culices pati rotundos
Sempre a nome di un Annio Floro ci è stato tramandato anche un frammento di una declamazione dal titolo Vergilius orator an poeta.
Se l’identificazione di Annio Floro con Anneo Floro fosse corretta, costui avrebbe scritto anche in prosa il già citato Bellorum Romanorum libri, opera ritenuta in passato, ma erroneamente, una epitome dei libri liviani.