L’eclisse di Talete

L’eclisse di sole di Talete

Cicerone De re publica 1,25
Erat enim tum haec nova et ignota ratio, solem lunae oppositu solere deficere, quod Thaletem Milesium primum vidisse dicunt.
Plinio il Vecchio Naturalis Historia 2,53:
Apud Graecos autem investigavit primus omnium Thales Milesius Olympiadis XLVIII anno quarto praedicto solis defectu, qui Alyatte rege factus est urbis conditae anno CLXX.
San Girolamo Chronicon ad a.Ol. 48.2
Solis facta defectio cum futuram eam Thales ante dixisset.
Il più importante sincronismo astronomico tra Era Cristiana ed Era Olimpica è la cosiddetta eclisse di Talete. Secondo Cicerone e Plinio il Vecchio, Talete fu il primo a mostrare la capacità di predire le eclissi di sole calcolandone una che avrebbe avuto luogo in a.Ol. 48.4 = 585/584. I manoscritti latini del Chronicon di San Girolamo a noi pervenuti assegnano l’evento ad a.Ol. 48.2 = 587/586, mentre il manoscritto armeno lo ascrive ad a.Ol. 49.2 = 583/582. Tra il 587 e il 582 a.C. si calcolano le seguenti eclissi visibili alle coordinate di Mileto (long. 27°17’E, lat. 37°31’N) riferite al tempo locale (tempo universale più 2 ore):
  • 587: 14 dicembre, eclisse anulare centrale visibile a Mileto come parziale (magnitudine 0,723), primo contatto 9.46, fase centrale 11.19, ultimo contatto 13.00
  • 585: 28 maggio, eclisse totale centrale visibile come parziale a Mileto (magnitudine 0,998), primo contatto 17.10, fase centrale 18.08, ultimo contatto 19.02
  • 584: 18 maggio, eclisse parziale, primo contatto 6.53, fase centrale 7.35 (magnitudine 0,293), ultimo contatto 8.19
  • 583: 1 ottobre, eclisse totale centrale visibile (solo inizio) come parziale a Mileto, primo contatto visibile alle 17.51, poi fase centrale (18.43 con magnitudine 0,723) e ultimo contatto (19.33) invisibili perché oltre il tramonto
  • 582: 21 settembre, eclisse totale centrale visibile a Mileto come parziale (magnitudine 0,782), primo contatto 7.33, fase centrale 8.37, ultimo contatto 9.47
Usualmente si riconosce a Plinio la maggiore accuratezza e quindi la maggiore probabilità che la notizia da lui trasmessa sia corretta. Tuttavia, si tende ad identificare l’eclisse di Talete con quella avvenuta il 28 maggio 585 a.C. benché avvenuta prima dell’inizio dell’estate e quindi formalmente in a.Ol. 48.3. Infatti, l’eclisse del 584 a.C. avrebbe avuto magnitudine troppo ridotta in confronto con quella dell’anno precedente per essere presa in considerazione. In questa sede ci si chiede invece se non sia più attendibile prendere in considerazione l’eclisse del 18 maggio 584, poiché la ridotta magnitudine non contraddice la notizia pliniana, che intende ricordare non l’eccezionalità del fenomeno naturale, ma l’acquisizione della capacità da parte dell’uomo di predire una eclisse. Non sarebbe impensabile, ad esempio, che proprio l’eclisse totale dell’anno precedente, con i suoi probabili effetti sulla popolazione, avesse stimolato Talete a predire la successiva, ancorché parziale. Del resto, anche l’eclisse di Claudio del 1 agosto 45 d.C. ebbe magnitudine modesta e comparabile con quella di Talete (circa 0,3), ed è stata ricordata, analogamente a quest’ultima, perché s’intendeva mostrare la capacità di predizione più che la spettacolarità dell’eclisse in sé. Peraltro, non conoscendo i metodi impiegati da Talete, né da Claudio, non possiamo sapere se Talete abbia potuto effettivamente predire una eclisse di magnitudine ridotta.