I Fasti Antiates Maiores

Di una quarantina di calendari romani giunti fino a noi dall’antichità, qualcuno completo o quasi, molti frammentari, solo uno è precedente alla riforma giuliana e costituisce perciò un unico esempio del calendario romano repubblicano o di Numa: si tratta dei cosiddetti Fasti Antiates Maiores, così detti perché rinvenuti ad Anzio – la piacevole città sul mare in provincia di Roma che ha fornito pure un esemplare di fasti giuliani – tra i resti della celebre Villa di Nerone. Il calendario era affrescato (è uno dei due giuntici in questa forma), aveva le ragguardevoli dimensioni di circa 1×2,5 m, ed è stato rinvenuto in frammenti che permettono però una ampia ricostruzione sufficientemente sicura. La datazione tra l’84 e il 55 a.C. ne fa un esempio tardo del calendario romano pre-giuliano, direttamente confrontabile con le notizie reperibili nelle fonti letterarie contemporanee (prima di tutto l’epistolario ciceroniano, ma anche qualche reliquia di Varrone) e antiquarie (ad esempio Macrobio).

I Fasti Antiates Maiores sono un calendario completo: alla fine di ogni mese è riportata la durata; è presente il mese intercalare (ad esso non possono che riferirsi due grandi frammenti che non trovano posto negli altri mesi); per ogni mese sono segnati i giorni fissi (calende, none, idi), e per ogni giorno dell’anno sono riportate le litterae nundinales (le A in pigmento rosso) e, oltre eventualmente al nome della festività che dava nome al giorno, le notae dierum (in rosso quando seguono il nome di una festa) delle quali diamo qui una rapida legenda:

  • F: dies fastus (giorno nel quale era ammesso l’esercizio degli affari pubblici e in particolare dell’amministrazione della giustizia).
  • N: dies nefastus (giorno nel quale erano proibiti gli affari pubblici e l’amministrazione della giustizia).
  • C: dies comitialis (giorno nel quale si poteva convocare le assemblee pubbliche, i comitia); nei dies comitiales era permessa anche l’amministrazione della giustizia, presumibilmente quando non erano stati convocati i comizi.
  • EN: dies endotercisus o, in forma non arcaica, intercisus (nefastus al mattino e alla sera, fastus in mezzo).
  • NP: così è usualmente traslitterato il segno non alfabetico di una N con una “pancia” aggiunta in alto al tratto verticale di destra, usato in quasi tutti i calendari epigrafici romani; di esso purtroppo non sopravvive alcuna spiegazione antica; l’interpretazione del segno come digramma NP sembra assai probabile, tuttavia non è ne stata ancora proposta una spiegazione soddisfacente: taluni lo sciolgono in nefastus publicus (perché caratterizza la maggioranza delle feste pubbliche), altri in nefas piaculum (perché non vi erano permessi i sacrifici espiatori); da altri, infine, è posto in rapporto con la sigla FP ed interpretato come nefastus priore (nefastus prima di mezzogiorno).
  • FP: al contrario del precedente, si tratta di un acronimo di due lettere alfabetiche ordinarie, ma il suo significato non è per questo più noto; interpretato usualmente come fastus principio o fastus priore (fastus prima di mezzogiorno).
  • QRCF: acronimo di quando rex (sacrorum) comitiavit fastus, giorno fasto solo dopo che il rex sacrorum aveva dichiarato sciolti i comitia calata.
  • QSTDF: acronimo di quando stercum delatum fastus, segnava il giorno conclusivo delle feste in onore di Vesta, che era nefasto fino alla conclusione delle pulizie del tempio dedicato alla dea.

In carattere piccolo, in rosso, sono anche segnate le altre principali ricorrenze dell’anno, tra le quali la data della fondazione di Roma (21 aprile), nonché il dies Alliensis (18 luglio), il giorno della sconfitta al fiume Allia che diede luogo alla presa e al sacco di Roma da parte dei Galli. In basso, alla fine di ogni mese, è scritto in carattere più grande il numero di giorni del mese in colore alternato (per gennaio in nero, febbraio in rosso, e così via).

Il calendario ricostruito

Nella tabella seguente si rappresenta la ricostruzione proposta per il calendario anziate in base alla stato delle conoscenze sul calendario repubblicano. La tabella non riporta le differenze di colore dell’originale (per gli elementi segnati in rosso) né le scritte in piccolo; la prima riga e la prima colonna sono ovviamente aggiunte per comodità di lettura.

Si è tentato di dare una idea del contenuto originale superstite differenziandolo dal contenuto ricostruito mediante il ricorso a un semplice espediente grafico: in nero sono segnate le lettere superstiti, in grigio quelle ricostruite. Dobbiamo tuttavia evidenziare che i bordi dei frammenti superstiti non rispettano, ovviamente, l’integrità delle lettere: quelle lettere di cui sui frammenti siano rimaste soltanto tracce incomplete sono qui segnate in nero o grigio a seconda della (talvolta opinabile) probabilità di equivoco nell’identificazione.

Secondo l’uso corrente, là dove nel contenuto ricostruito (in grigio) si trovano parentesi quadre, è da intendersi che allo stato non vi è certezza: le lettere tra parentesi costituiscono l’opinione più probabile secondo il nostro parere.

GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE INTERCALARE
1 A K · IAN · F F K · FEB · N B K · MAR · NP A K · APR · F F K · MAI · F E K · IVN · N B K · QVI · N A K · SEX · F F K · SEP · F C K · OCT · N B K · NOV · F G K · DEC · N G K · INTER · [F]
2 B F G N C F B F G F F F C N B F G F D F C F H N H [F]
3 C C H N D C C C H C G C D N C C H C E C D C A N A [C]
4 D C A N E C D C A C H C E N D C A C F C E C B C B [C]
5 E NON · F B NON · N F C E NON · N B C A NON · N F POPLIF · NP E NON · F B NON · F G C F NON · F C NON · F C NON · [F]
6 F F C N G C F N C C B N G N F F C F H C G F D F D [F]
7 G C D N H NON · F G N D NON · N C N H NON · N G C D C A NON · F H C E C E [C]
8 H C E N A F H N E F D N A N H C E C · M B F A C F C F [C]
9 A AGON · [NP] F N B C A N F LEMVR · N E VEST · N B N A C F C · M C C B C G C G [C]
10 B C G N C C B N G C F N C C B C G C · M D C C C H C H [C]
11 C CAR · NP H N D C C N H LEMVR · N G MATR · NP D C C C H C E MEDI · NP D C A AGON · NP A [C]
12 D C A N E C D N A C H N E C D C A N F C E C B EN B [C]
13 E EIDVS · NP B EIDVS · NP F EN E EIDVS · NP B LEMVR · N A EIDVS · NP F C E EIDVS · NP B EIDVS · NP G FONT · NP F EIDVS · NP C EIDVS · NP C EIDVS · [NP]
14 F EN C N G EQVIR · NP F N C C B N G C F F C F H EN G F D F D F
15 G CAR · NP D LVPER · NP H EIDVS · NP G FORDI · NP D EIDVS · NP C Q · ST · D · F H EIDVS · NP G C D N A EIDVS · NP H C E CONS · EN E [C]
16 H C E EN A F H N E F D C A F H C E C B EN A C F C F [C]
17 A C F QVIR · NP B LIBER · NP A N F C E C B C A PORT · NP F C C C B C G SATVR · EN G [C]
18 B C G C C C B N G C F C C C B C G C D C C C H C H [C]
19 C C H C D QVIN · NP C CERIA · NP H C G C D LVCAR · NP C VINA · FP H C E ARMI · NP D C A OPA · N A [C]
20 D C A C E C D N A C H C E C D C A C F C E C B C B [C]
21 E C B FERA · F F C E PARIL · NP B AGON · NP A C F LVCAR · NP E CONS · NP B C G C F C C DIVAL · NP C [C]
22 F C C C G N F N C N B C G C F EN C C H C G C D C D [C]
23 G C D TERMI · NP H TVBIL · NP G VINAL · F D TVBIL · NP C C H NEPT · NP G VOLK · NP D C A C H C E LARE · NP E REGIF · [N]
24 H C E REGIF · N A Q · R · C · F H C E Q · R · C · F D C A N H C E C B C A C F C F [C]
25 A C F C B C A ROBIG · NP F C E C B FVRR · NP A OPIC · NP F C C C B C G C G [EN]
26 B C G EN C C B C G C F C C C B C G C D C C C H C H [EQVIR · NP]
27 C C H EQVIR · NP D C C C H C G C D C C VOLTV · NP H C E C D C A C A [C]
28 D C A C E C D C A C H C E C D C A C F C E C B C
29 E C F C E C B C A C F C E C B C G C F C C C
30 G C C C G C H C
31 H C D C H C A C
XXIX XXIIX XXXI XXIX XXXI XXIX XXXI XXIX XXIX XXXI XXIX XXIX XXVII

Una delle informazioni più rilevanti portate dal calendario repubblicano di Anzio è la presenza del mese intercalare. Secondo le fonti letterarie, l’intercalazione romana era di 22 oppure di 23 giorni, che erano aggiunti all’interno di febbraio, tra i Terminalia e il Regifugium (forse per motivi religiosi che volevano in febbraio l’ultimo mese dell’anno anche in caso di intercalazione). Sappiamo peraltro che all’atto pratico gli ultimi cinque giorni di febbraio (dal Regifugium compreso in poi) erano di fatto sottratti a febbraio e aggiunti al mese intercalare, il quale si considerava pertanto consistente di 27 o 28 giorni (ciò era reso ovvio dal fatto che tutte le date successive alle idi erano ante Kalendas Martias a prescindere dall’intercalazione). Tuttavia sono ignoti i dettagli con i quali avveniva l’intercalazione. Benché quasi completamente perduto, il mese intercalare di Anzio è oggi l’unica testimonianza epigrafica a supporto degli sforzi di ricostruzione del funzionamento del calendario.

Due soli sono i frammenti superstiti, la cui attribuzione al mese intercalare è però pressoché certa, poiché non possono far parte di nessun altro mese. In uno di essi, accanto alla medesima lettera nundinale del Regifugium di febbraio, si legge una R iniziale di una festività (è preservata anche la lettera nundinale del giorno seguente). Proseguendo il ciclo nundinale per altri quattro giorni, si arriva alla A, la stessa dell’ultimo di febbraio (in questo modo, la discontinuità del ciclo in caso di intercalazione si verificava all’inizio del mese intercalare e non alla fine). Sembra pertanto incontenstabile riconoscere nella R l’iniziale di Regifugium, trovando conferma che gli ultimi giorni di febbraio erano aggiunti alla fine dell’intercalare.

Il secondo frammento contiene una lettera nundinale C seguita dalle lettere EI (sono preservate anche la lettera nundinale e la lettera del carattere del giorno seguente). Arretrando il ciclo nundinale dal Regifugium precedentemente riconosciuto (quint’ultimo del mese), le idi poste al 13 del mese ricevono la lettera nundinale C se il mese ha 27 giorni. Sembra quindi incontestabile che l’intercalare avesse sempre 27 giorni. Rimane oscuro cosa accadesse per le intercalazioni di 23 giorni, anche se sono state tentate ipotesi sulla base delle due testimonianze di Livio Ab Urbe condita 41,11,13 e 45,44,3.