CIL 4.4182 è un graffito pompeiano che contiene la sua esplicita datazione al 6 febbraio nel consolato di Nerone e Cosso Lentulo (60 d.C.), quasi vent’anni prima dell’eruzione del Vesuvio. Il testo è il seguente (tra parentesi tonde lo scioglimento delle abbreviazioni):
NERONE CAESARE AVGVSTO
COSSO LENTVLO COSSI FIL(IO) COS(VLIBVS)
VIII IDVS FEBRVARIAS
DIES SOLIS LVNA XIIIIX NVN(DINAE) CVMIS V NVN(DINAE) POMPEIS
L’iscrizione contiene diversi sincronismi notevoli centrati sul 6 febbraio 60 d.C.:
- Il 6 febbraio è detto dies Solis, cioè domenica. Tuttavia, nel calendario giuliano il 6 febbraio 60 d.C. fu un mercoledì.
- Il 6 febbraio è il sedicesimo giorno del mese lunare. In effetti il 22 gennaio 60 d.C. fu un novilunio astronomico, cioè in tale data la luna era in congiunzione. Tuttavia, in generale l’uso antico, a Roma e non solo, considerava novilunio il giorno nel quale appariva la prima falce di luna, il che accade in media 40 ore dopo il novilunio astronomico, cioè di norma uno o due giorni dopo.
- Il 6 febbraio era nundine a Cuma e quinto giorno prima delle nundine di Pompei. Questa è la medesima distanza che compare in CIL 4.8863 tra le nundine di Cuma e Pompei. Dal confronto col medesimo graffito CIL 4.8863 deriva che l’8 febbraio 60 d.C. fu giorno di mercato a Roma.
Le nundine note precedenti l’8 febbraio 60 d.C. caddero il 31 gennaio 41 a.C. Secondo il calendario giuliano tra il 1 gennaio 40 a.C. e l’8 febbraio 60 d.C. (inclusi) corrono 36.159 + 31 + 8 = 36.198 giorni. Poiché 36.198 / 8 = 4.524 resto 6, ne consegue che il calendario romano nel medesimo periodo ha avuto 6 giorni in meno oppure, più probabilmente, 2 giorni in più. La spiegazione di questo fatto può essere collegata con il periodo erroneo.