Il calcolo della Pasqua nel calendario gregoriano

Il calendario giuliano ha un errore sul ciclo metonico di 1,5 ore circa ogni 19 anni, cioè di un giorno ogni tre secoli. Del resto, il calendario giuliano ha anche una piccola differenza con l’anno tropico, uno scarto medio di soli 11 minuti che sono però sufficienti ad accumulare un errore di un giorno ogni 130 anni circa. In funzione delle fasi lunari, l’errore di pochi giorni o al limite di uno soltanto può condurre a determinare la Pasqua in date anche molto lontane da quelle determinate per via astronomica. Per correggere, nei limiti dei suoi tempi, questi errori che avevano l’effetto di allontanare sempre più la celebrazione della Pasqua, la più importante festa della cristianità, dal momento voluto dalla tradizione millennaria della Chiesa, nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di riformare, con la bolla Inter gravissimas, sia le regole di calcolo della Pasqua che il calendario giuliano. Se il calendario giuliano fu studiato dall’astronomo egizio Sosìgene, la riforma gregoriana fu studiata da un astronomo calabrese, Luigi Lilio o Giglio (Aloysius Lilius), il quale introdusse la ben nota correzione della regola bisestile (secondo la quale non sono bisestili gli anni secolari non divisibili per 400) per migliorare l’accordo tra anno civile e anno tropico, quindi procedette alla modifica delle regole per il calcolo della data della Pasqua giuliana, le cosiddette regole alessandrine. Le regole alessandrine assumevano che il ciclo di Metone (basato sull’eguaglianza di 235 lunazioni con 19 anni solari) fosse perfetto e che il calendario giuliano approssimasse perfettamente il ciclo metonico. Il calcolo della Pasqua si conduceva su tavole che riportavano, per ogni numero d’oro, una specifica epatta e la conseguente data del plenilunio pasquale. Nelle sopra dette ipotesi, la tavola delle epatte e dei pleniluni pasquali era fissa nel tempo, immutabile nei secoli. Ma così non era. A conoscenza degli errori del calendario e del ciclo metonico, Lilio elaborò un metodo per adeguare, con cadenza secolare, la lista delle 19 epatte in modo da mantenerle il più possibile allineate alle reali fasi lunari, lasciando immutato il procedimento del calcolo della Pasqua, inclusa la determinazione della domenica col metodo della lettera domenicale.

Il metodo dell’epatta per il calcolo della Pasqua nel calendario gregoriano

L’epatta in uso nel calendario gregoriano è l’età della Luna al 31 dicembre (compreso) dell’anno precedente a quello di cui si vuole calcolare la data della Pasqua. Le formule di Lilio per il calcolo dell’epatta gregoriana assumono come base l’epatta giuliana, in modo da preservare la semplicità e le abitudini del computo della Pasqua giuliana, rispetto alla quale apportano però diverse correzioni in modo che, accogliendo la medesima sfida posta dalla riforma del calendario civile, l’epatta gregoriana si mantenga nel corso dei secoli più aderente alle effemeridi reali rispetto all’epatta giuliana. Ne risulta un calcolo non complicato ma piuttosto laborioso, conseguenza della complessità dei diversi fenomeni astronomici coinvolti e dei casi particolari di cui occorre tener conto. Il calcolo dell’epatta gregoriana è stato da noi condotto in altra sede e lo assumiamo qui noto; ricordiamo soltanto che le cennate correzioni rendono le epatte in generale diverse da un secolo all’altro. Una volta calcolata l’epatta E per l’anno A in esame, in funzione del secolo cui A appartiene, il calcolo della Pasqua gregoriana non è dissimile né molto più complesso di quello della Pasqua giuliana; solo, bisogna tener conto delle particolarità cui si è accennato poc’anzi, come di seguito descritto. In primo luogo si ricorre alla formula seguente per determinare la data del plenilunio pasquale, detto termine pasquale e qui indicato con T:

T = 30 – E + 14 = 44 – E

Il valore di T va considerato come giorno di marzo se è minore o uguale a 31, altrimenti è il giorno di aprile pari a T – 31. Lilio impose a T lo stesso intervallo di valori che era valido per la Pasqua giuliana, ove 21 ≤ T ≤ 49: T è effettivamente il termine pasquale solo se è maggiore o uguale di 21 (perché il termine pasquale deve cadere dopo l’equinozio di primavera) e minore o uguale di 49 (perché secondo la tradizione giuliana il termine pasquale non può cadere oltre il 18 aprile e corrispondentemente la Pasqua oltre il 25 aprile). Se invece il numero T è minore di 21, il termine pasquale cade nel giorno T’ = T + 30, a meno che non si verifichi uno di questi due casi: i) che l’epatta sia 24; oppure ii) che l’epatta sia 25 e il numero d’oro sia maggiore di 11, nel qual caso il termine pasquale cade nel giorno T’ = T + 29. Se T’ è minore o uguale a 31, il termine pasquale cade nel corrispondente giorni di marzo, altrimenti cade nel giorno di aprile pari a T’ – 31. Il metodo dell’epatta si spiega facilmente se si tiene conto del fatto che per la luna ecclesiastica la somma dei giorni di gennaio e febbraio è pari a due intere lunazioni sia negli anni ordinari che negli anni bisestili. Ne consegue che l’età della Luna rispetto all’ultimo giorno di febbraio è di norma uguale all’epatta, ovvero che l’età della Luna in un giorno qualsiasi di marzo si può calcolare sommando l’epatta al numero del giorno. La somma del giorno che precede il novilunio e dell’epatta E è dunque pari a 30 (durata della lunazione). Sommando poi 14 giorni alla data che precede il novilunio si ottiene la data del plenilunio. Questo plenilunio sarà il termine pasquale solo se cade nel o dopo il 21 marzo, altrimenti il termine pasquale sarà plenilunio successivo che cadrà di norma 30 giorni dopo. Ovviamente, la Pasqua cadrà la prima domenica successiva al termine pasquale; la domenica può essere determinata ad esempio con il metodo della lettera domenicale. A questo proposito, occorre tuttavia considerare che, con l’introduzione della nuova regola degli anni bisestili, nel calendario gregoriano la successione delle lettere domenicali fu alterata rispetto a quella del calendario giuliano, poiché vi sono tre anni bisestili in meno ogni 400 anni (il 1700, il 1800 e il 1900; il 2100, il 2200 e il 2300; e così via). Per l’uso pratico, conviene riportare in una tabella come la seguente il termine pasquale T in funzione dell’epatta E:
Epatta Novilunio Termine pasquale Plenilunio Lettera domenicale (ordinario/bisestile)
I 30 marzo 43 12 aprile D/E
II 29 marzo 42 11 aprile C/D
III 28 marzo 41 10 aprile B/C
IV 27 marzo 40 9 aprile A/B
V 26 marzo 39 8 aprile G/A
VI 25 marzo 38 7 aprile F/G
VII 24 marzo 37 6 aprile E/F
VIII 23 marzo 36 5 aprile D/E
IX 22 marzo 35 4 aprile C/D
X 21 marzo 34 3 aprile B/C
XI 20 marzo 33 2 aprile A/B
XII 19 marzo 32 1 aprile G/A
XIII 18 marzo 31 31 marzo F/G
XIV 17 marzo 30 30 marzo E/F
XV 16 marzo 29 29 marzo D/E
XVI 15 marzo 28 28 marzo C/D
XVII 14 marzo 27 27 marzo B/C
XVIII 13 marzo 26 26 marzo A/B
XIX 12 marzo 25 25 marzo G/A
XX 11 marzo 24 24 marzo F/G
XXI 10 marzo 23 23 marzo E/F
XXII 9 marzo 22 22 marzo D/E
XXIII 8 marzo 21 21 marzo C/D
XXIV 5 aprile 49 18 aprile C/D
XXV 5 aprile 49 18 aprile C/D
25 4 aprile 48 17 aprile B/C
XXVI 4 aprile 48 17 aprile B/C
XXVII 3 aprile 47 16 aprile A/B
XXVIII 2 aprile 46 15 aprile G/A
XXIX 1 aprile 45 14 aprile F/G
* 31 marzo 44 13 aprile E/F
Nel caso di epatta pari a 25, si hanno due possibilità: il termine pasquale cade il 17 aprile se il numero d’oro è maggiore di 11 (in questo caso l’epatta si indica in cifre arabe: 25), mentre se il numero d’oro è minore o uguale a 11 il termine pasquale cade il 18 aprile (e in questo caso l’epatta si indica con le cifre romane). Questo perché, senza l’epatta 25, ma usando la sola epatta XXV, si avrebbero in certi secoli (in funzione delle equazioni lunare e solare) due anni del ciclo di Metone in cui il termine pasquale cadrebbe lo stesso giorno (provare per credere!), contro la tradizione della Pasqua giuliana. Si noti anche che, se l’epatta XXIV fosse legata al novilunio del 6 aprile invece che del 5, il termine cadrebbe il 19 aprile e sarebbe possibile che la Pasqua cadesse il 26 aprile, contro la tradizione giuliana che pone la Pasqua più bassa il 25 aprile. A partire dall’epatta e dalla lettera domenicale, la data della Pasqua gregoriana si può desumere da una tabella come la seguente:

LETTERA DOMENICALE

EPATTA

A

B

C

D

E

F

G

I

16 aprile

17 aprile

18 aprile

19 aprile

13 aprile

14 aprile

15 aprile

II

16 aprile

17 aprile

18 aprile

12 aprile

13 aprile

14 aprile

15 aprile

III

16 aprile

17 aprile

11 aprile

12 aprile

13 aprile

14 aprile

15 aprile

IV

16 aprile

10 aprile

11 aprile

12 aprile

13 aprile

14 aprile

15 aprile

V

9 aprile

10 aprile

11 aprile

12 aprile

13 aprile

14 aprile

15 aprile

VI

9 aprile

10 aprile

11 aprile

12 aprile

13 aprile

14 aprile

8 aprile

VII

9 aprile

10 aprile

11 aprile

12 aprile

13 aprile

7 aprile

8 aprile

VIII

9 aprile

10 aprile

11 aprile

12 aprile

6 aprile

7 aprile

8 aprile

IX

9 aprile

10 aprile

11 aprile

5 aprile

6 aprile

7 aprile

8 aprile

X

9 aprile

10 aprile

4 aprile

5 aprile

6 aprile

7 aprile

8 aprile

XI

9 aprile

3 aprile

4 aprile

5 aprile

6 aprile

7 aprile

8 aprile

XII

2 aprile

3 aprile

4 aprile

5 aprile

6 aprile

7 aprile

8 aprile

XIII

2 aprile

3 aprile

4 aprile

5 aprile

6 aprile

7 aprile

1 aprile

XIV

2 aprile

3 aprile

4 aprile

5 aprile

6 aprile

31 marzo

1 aprile

XV

2 aprile

3 aprile

4 aprile

5 aprile

30 marzo

31 marzo

1 aprile

XVI

2 aprile

3 aprile

4 aprile

29 marzo

30 marzo

31 marzo

1 aprile

XVII

2 aprile

3 aprile

28 marzo

29 marzo

30 marzo

31 marzo

1 aprile

XVIII

2 aprile

27 marzo

28 marzo

29 marzo

30 marzo

31 marzo

1 aprile

XIX

26 marzo

27 marzo

28 marzo

29 marzo

30 marzo

31 marzo

1 aprile

XX

26 marzo

27 marzo

28 marzo

29 marzo

30 marzo

31 marzo

25 marzo

XXI

26 marzo

27 marzo

28 marzo

29 marzo

30 marzo

24 marzo

25 marzo

XXII

26 marzo

27 marzo

28 marzo

29 marzo

23 marzo

24 marzo

25 marzo

XXIII

26 marzo

27 marzo

28 marzo

22 marzo

23 marzo

24 marzo

25 marzo

XXIV

23 aprile

24 aprile

25 aprile

19 aprile

20 aprile

21 aprile

22 aprile

XXV

23 aprile

24 aprile

25 aprile

19 aprile

20 aprile

21 aprile

22 aprile

25

23 aprile

24 aprile

18 aprile

19 aprile

20 aprile

21 aprile

22 aprile

XXVI

23 aprile

24 aprile

18 aprile

19 aprile

20 aprile

21 aprile

22 aprile

XXVII

23 aprile

17 aprile

18 aprile

19 aprile

20 aprile

21 aprile

22 aprile

XXVIII

16 aprile

17 aprile

18 aprile

19 aprile

20 aprile

21 aprile

22 aprile

XXIX

16 aprile

17 aprile

18 aprile

19 aprile

20 aprile

21 aprile

15 aprile

*

16 aprile

17 aprile

18 aprile

19 aprile

20 aprile

14 aprile

15 aprile

Ad esempio, si trova che la Pasqua del 1990 (epatta III, lettera G) fu il 15 aprile, del 1998 (epatta II, lettera D) il 12 aprile, del 2004 (epatta VIII, lettera DC) l’11 aprile, e infine del 2005 (epatta XIX, lettera B) il 27 marzo.

Calcolo della Pasqua nel calendario gregoriano a partire dal numero d’oro

Come la Pasqua nel calendario giuliano si può calcolare a partire dall’epatta, concetto poi generalizzato per la Pasqua nel calendario gregoriano, così quest’ultima può essere calcolata a partire dal numero d’oro secondo un metodo del tutto analogo a quello esposto per la Pasqua giuliana. L’unica differenza è che, come conseguenza delle correzioni introdotte nel calcolo dell’epatta per il calendario gregoriano, l’epatta e quindi il termine pasquale cambiano in funzione dei secoli. La tabella seguente riporta epatta e termine pasquale per i diversi intervalli temporali identificati dalle equazioni solare e lunare in funzione del numero d’oro:
Anni 1583 – 1699 1700 – 1899 1900 – 2199 2200 – 2299 2300-2399 2400 – 2499 2500 – 2599
Numero d’oro Epatta Epatta Epatta Epatta Epatta Epatta Epatta
1 I * XXIX XXVIII XXVII XXVIII XXVII
2 XII XI X IX VIII IX VIII
3 XXIII XXII XXI XX XIX XX XIX
4 IV III II I * I *
5 XV XIV XIII XII XI XII XI
6 XXVI XXV XXIV XXIII XXII XXIII XXII
7 VII VI V IV III IV III
8 XVIII XVII XVI XV XIV XV XIV
9 XXIX XXVIII XXVII XXVI XXV XXVI XXV
10 X IX VIII VII VI VII VI
11 XXI XX XIX XVIII XVII XVIII XVII
12 II I * XXIX XXVIII XXIX XXVIII
13 XIII XII XI X IX X IX
14 XXIV XXIII XXII XXI XX XXI XX
15 V IV III II I II I
16 XVI XV XIV XIII XII XIII XII
17 XXVII XXVI 25 XXIV XXIII XXIV XXIII
18 VIII VII VI V IV V IV
19 XIX XVIII XVII XVI XV XVI XV
Nel calcolare l’epatta si ricordi che al passaggio dal numero d’oro 19 al numero d’oro 1 l’epatta aumenta di 12 e non di 11. Si noti che quando il numero d’oro è maggiore di 11 si usa l’epatta 25 al posto della XXV (l’epatta 25 si comporta come la XXV nei mesi pieni, tra i quali marzo, e come la XXVI nei mesi cavi, tra i quali aprile: questo comportamento è necessario per evitare che due anni del ciclo di Metone, quelli con numero d’oro 6 e 17, avessero lo stesso termine pasquale al 18 aprile, cosa che contrasta con la tradizione). Come è noto, per un dato anno A il numero d’oro N si trova con la formula: N = mod19[A] + 1. Infatti, secondo l’Era Cristiana, basata sui calcoli di Dionigi il Piccolo, l’anno 1 a.C. ebbe numero d’oro uguale a 1. Così come con gli altri metodi, una volta noto il termine pasquale dalla tabella precedente, occorre conoscere la lettera domenicale per risalire alla Pasqua.