L’iscrizione di Pan du Désert (iPan 65 = SEG 13.64)

Λυσᾶς Ποπλίου Ἀννίου Πλοκάμου

ἥκωι (ἔτους) λεʹ Καίσαρος Ἐπεὶφ ηʹ

Lysa P(ubli) Anni Plocami veni anno XXXV

III Non(as) Iul(ias)

L’iscrizione di Pan du Désert nr. 65 è costituita da una coppia di epigrafi, una in latino e l’altra in greco, poste ciascuna su uno dei due lati dell’ingresso a una cava in Uadi Menih, circa alla stessa altezza, in evidente corrispondenza. Anche il testo corrisponde: vi si legge la breve attestazione del passaggio in quel luogo di un personaggio, un certo Lisa, schiavo di un Publio Annio Plocamo, in una data riportata con precisione in entrambe le iscrizioni. La data greca è espressa nel calendario egiziano ed è il giorno Epeiph 8 dell’anno 35 di Augusto, cioè del 5/6 d.C. Poiché la data romana è il 5 luglio dell’anno 35 (scil. di Augusto), possiamo concludere che siamo nel 6 d.C.

Tutto infatti lascia credere che i due testi siano stati scolpiti nella stessa data e che si tratti perciò di una unica iscrizione bilingue contenente il sincronismo Epeiph 8 = 5 luglio (R) nella quale il calendario egizio utilizzato non è specificato. Nel calendario riformato varrebbe la condizione Epeiph 8 (A) = 2 luglio (G) sia per gli anni ordinari che per quelli intercalari, dato che il mese Epeiph è uno di quelli che mantiene fissa la corrispondenza con le date romane. Tuttavia, non è possibile giustificare la differenza di tre giorni, visto che nel 6 d.C. il periodo erroneo era già terminato o stava per terminare. Pertanto, il sincronismo potrebbe riferirsi soltanto al calendario vago, nel quale però la condizione Epeiph 8 (V) = 5 luglio (G) si verifica molto prima, nel quadriennio 36-33 a.C.

Il De Romanis, osservando che la cifra Ηʹ = 8 è preceduta nell’iscrizione da uno spazio sufficiente per un carattere oggi non identificabile e considerando che tale carattere potrebbe essere soltanto una Ι (per il giorno 18 del mese) o una Κ (per il giorno 28), ma che la Κ necessita di più spazio e avrebbe lasciato traccia, ha proposto la lettura Epeiph 18. Mediante l’analisi di passi di Plinio Maggiore tra i quali Naturalis historia 6,24-26, egli ha anche argomentato che nei viaggi verso l’India e l’oriente il calendario vago abbia dovuto essere costantemente in uso.

Le conclusioni di De Romanis sono state variamente contestate, ma è un fatto che Epeiph 18 (V) = 5 luglio (G) nel quadriennio 4-7 d.C. Pertanto, qualora le incertezze epigrafiche fossero chiarite, questo sincronismo potrebbe provare che nel 6 d.C. i calendari romano e giuliano erano allineati e che pertanto il primo anno bisestile “comune” ai calendari romano e giuliano non può cadere oltre l’8 d.C.